« Comon » – La montagna e i sistemi di gestione collettiva delle proprietà : ricerca sulla modernità di un uso collettivo ancestrale delle terre
Il progetto di ricerca descrive e analizza une situazione attuale (basata sull’ analisi storica –e su vari studi monografici –senza essere una ricerca strettamente storica). Ha anche una dimensione prospettica nel senso che cerca di individuare quella che puo essere o sarà una risorsa territoriale (per mostrare alla luce dicio che è in gioco a a quali condizioni i «beni collettivi» sono «risorse» moderne).
Questo progetto ha lo scopo di raccogliere i risultati di ricerche nazionali e soprattutto internazionali che rivolte a spiegare perché ci sono ancora molte comunità di villaggio che gestiscono i beni nelle zone montane, in quali forme giuridiche e sociali e secondo quali dinamiche. L’interrogativo è capire come le caratteristiche specifiche degli ambienti e delle società montane hanno reso possibile, quindi mantenere, forme collettive di gestione della proprietà.
La forma giuridica di queste entità è molto varia e a volte non qualificata secondo i sistemi tradizionali di propriétà. Solo in Francia esistono molti sistemi di proprietà collettiva o condivisa con caratteristiche proprie:
1- comuni ereditari in cui la proprietà fondiaria è di proprietà privata del Comune, mentre gli abitanti hanno solo un diritto d’uso.
2- « Bourgeoisies/sociétés » in cui la proprietà fondiaria è privata, ma la gestione è collettiva.
3- le « sections » del Comune, la forma più diffusa, dove la proprietà dei terreni è di proprietà privata con una personalità giuridica di diritto pubblico che raggruppa un numero di abitanti con diritti e proprietà distinti da quelli del Comune.
Questi sistemi di diritto feudale corrispondevano ad un’economia agraria generalmente funzionale per l’autosussistenza (alimentazione in particolare). Questa economia si è progressivamente evoluta per vari motivi interconnessi: cambiamenti in una società sempre meno rurale, lo sviluppo di tecniche di produzione agricola (in particolare la produzione cerealicola) poco adatte alle particolarità dei terreni di montagna, critiche liberali derivanti da dogmi fisiocratici che hanno contestato l’efficienza delle pratiche collettive locali e, naturalmente, dalla Rivoluzione francese e dal Codice civile, la promozione della proprietà individuale come un diritto assoluto. Tuttavia, questi sistemi sono riusciti a sopravvivere nel tempo, il che è sorprendente. Sono ancora molto presenti nelle zone rurali, soprattutto nelle regioni di montagna (Francia, Italia, Svizzera, in particolare).
In un contesto contemporaneo di declino agricolo e di abbandono delle aree montane, diminuzione degli stanziamenti statali a favore dei Comuni, ma anche l’urgente necessità di preservare le risorse naturali e rivitalizzare le zone rurali, è essenziale chiedersi quale ruolo possono svolgere oggi queste comunità nello sviluppo sostenibile dei territori ?
Turismo, gestione delle acque, gestione delle foreste, agropastoralismo, servizi alla popolazione….. queste comunità di villaggio sono coinvolte in varia misura nella valorizzazione dei territori montani. Spesso sono anche al centro di conflitti sull’uso e l’appropriazione delle risorse tra soggetti pubblici e privati.